MiSE: al via il Piano Nazionale Impresa 4.0

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I Ministri Carlo Calenda, Pier Carlo Padoan, Giuliano Poletti e Valeria Fedeli,  hanno presentato a Montecitorio i risultati del 2017 e le linee guida per il 2018 del Piano Nazionale Impresa 4.0
La presentazione è stata preceduta dalla riunione della Cabina di Regia a cui prendono parte le istituzioni nazionali e locali, le associazioni di categoria, i sindacati e il mondo accademico. In calce all’articolo è posibile scricare gli atti dell’incontro. Di seguito le principali novità.

Nasce Impresa 4.0. Il Piano Nazionale Industria 4.0 entra nella seconda fase e prende il nome in Impresa 4.0 i cui principali obiettivi  saranno concentrati su investimenti innovativi, strumenti pubblici di supporto, piano banda ultralarga, competenze. E poi: dall’Iperammortamento e Superammortamento al credito di imposta per Ricerca e Sviluppo e il Patent Box, dai contratti di sviluppo alla formazione 4.0.

Più credito dal Fondo di Garanzia. Da gennaio ad agosto 2017 il totale finanziato dal Fondo di Garanzia è cresciuto dell’8,9% rispetto allo stesso periodo del 2016 (10,5 miliardi di nuovi finanziamenti bancari) mentre il totale garantito è cresciuto del 10,7% (7,4 miliardi di garanzie pubbliche).

Incrementare i contratti di sviluppo. Da settembre 2011 a settembre 2017 i contratti di sviluppo finanziati sono stati 102, di cui la grande prevalenza al Sud (88 contro i 14 al Centro-Nord); gli investimenti previsti sono pari a 3,6 miliardi di euro; le agevolazioni concesse sono pari a 1,9 miliardi (di cui 1,7 miliardi al Sud e 200 milioni al Centro Nord); l’occupazione salvaguardata e/o creata supera i 53mila addetti. Da gennaio a luglio 2017 l’avanzo commerciale italiano è stato di 25,6 miliardi di euro e l’export è cresciuto del +7,6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Investimenti privati fino a 90 miliardi nel biennio 2017-2018. In attesa dei dati consolidati, si sta misurando l’efficacia dell’Iper e Superammortamento e della Nuova Sabatini attraverso l’indicatore degli ordinativi i quali sono cresciuti del 9% nel primo semestre del 2017 su base annua (con picchi del +11,6% per macchinari). Dai dati raccolti inoltre si evince che, per quanto riguarda gli ordinativi delle imprese manifatturiere, i livelli raggiunti stabiliscono il record dal 2010.

Formare 200.000 universitari su 4.0. È stato lanciato il “Piano Nazionale Scuola Digitale” per la formazione di 150mila persone sui temi del digitale e la creazione di 8.400 animatori digitali coinvolgendo più di 1,3 milioni di studenti e oltre 4.000 istituti. È stato avviato il programma Alternanza Scuola/Lavoro che ha coinvolto 90mila studenti su tematiche Industria 4.0 e previsto il potenziamento degli Its a partire dall’anno 2018/2019 con l’obiettivo di raddoppiare il numero degli studenti entro il 2020. Sono stati inoltre aperti i bandi per 700 dottorati nel 2017/2018 sul tema Industria 4.0 e finanziati i Cluster Tecnologici Nazionali con 1 miliardo di investimento pubblico-privato. Grazie al sistema duale dell’apprendistato, ad oggi sono stati inseriti nei percorsi formativi 21.297 giovani; oltre 10.600 assunzioni con l’apprendistato di I livello e oltre 1.100 con l’apprendistato di alta formazione e ricerca; sono stati erogati fino a 3mila euro di contributo per il tutoraggio in azienda. Costituito il network nazionale Industria 4.0 con la rete degli Innovation Hub coordinati da Confindustria, Confcommercio, Confartigianato e Cna, e la creazione dei Punti Impresa Digitale gestiti da Unioncamere. Per quanto riguarda i Competence Center si sono riscontrati ritardi nell’approvazione del DM: l’apertura del Bando è prevista entro competenze digitali e in ambito Industria 4.0.

Aumentare di 11,3 mld la spesa privata in Ricerca e Sviluppo. L’andamento della spesa in Ricerca e Sviluppo è stato monitorato attraverso una ampia indagine campionaria: grazie al credito di imposta per Ricerca e Sviluppo e al Patent Box, su 68mila imprese intervistate, 24mila hanno dichiarato di voler spendere in Ricerca e Sviluppo nel 2017. Di queste, 11.300 aumentano la spesa del 10-15% rispetto allo scorso anno.

Early stage: più investimenti privati. Nel 2015 il volume totale degli investimenti in early stage era pari a circa 130 milioni (contro i 780 milioni di Germania e i 534 milioni di Spagna). Il Governo si è posto l’obiettivo di portarlo a circa 1 miliardo nel 2020 grazie a misure differenziate per le nuove imprese. Al I semestre 2017 gli investimenti in early stage sono cresciuti di appena il 2% rispetto al 2016. E’ una crescita positiva ma sotto le attese: per questo si procederà a definanziare le misure che non hanno funzionato e, allo stesso tempo, verrà sviluppata una nuova misura per le startup innovative. In questo contesto è stato inoltre recentemente autorizzato dalla Commissione europea il potenziamento incentivi su investimenti in equity di startup innovative.