Meccanica & automazione n.1 gennaio/febbraio

by redazione 0

meccanica&automazione gennaio/febbraio

L’obsolescenza dell’effimero

Vivere nuove esperienze e condividerle il più possibile è sempre stato un atteggiamento positivo e costruttivo verso cui mi sono indirizzata e che apprezzo tantissimo nelle interazioni personali e professionali. Per questo spesso mi trovo a descrivere negli editoriali quelle suggestioni e riflessioni nate proprio all’ interno di una di esse. Il gancio mentale, questa volta, è stata la possibilità di approfondire la conoscenza con imprese del comparto di apparecchiature a raggi x e ultrasuoni. Istintivamente percepita come una tecnologia matura, negli ultimi 70 anni ha rappresentato un esempio sempre vivo di ricerca scientifica e trasferimento tecnologico di soluzioni da un settore all’altro. Partendo dal medicale, si è ricollocata negli anni in diversi settori fino ad arrivare a leadership mondiali oltre che nel sanitario anche per i controlli non distruttivi di sicurezza e qualità. Tornando all’ argomento del nostro numero poi, è proprio nella tomografia industriale 3D, ad esempio, che una tecnologia nuova e dirompente come l’additive, ha trovato un perfetto alleato che già da qualche anno consente ai produttori di individuarne eventuali difetti o problematiche relativi a componenti, indagandone la struttura interna ed esterna.

E così ho riflettuto sulla solidità di certe tecnologie che resistono a qualsiasi logica di obsolescenza programmata. In un momento storico dove tutto sembra correre alla velocita delle decine di aggiornamenti software di cui, diciamocelo stiamo diventando un po’ schiavi, riscoprire la solidità di qualcosa che non a caso resiste nel tempo è molto piacevole. Tecnica, studio, costanza e innovazione dirompente si contrappongono alla legge di Moore che vuole prodotti progettati e pianificati per avere una durata utile limitata e un design effimero che diventi presto obsoleto.

Restare al passo con le novità e innovare è un dovere ma gli artefici di queste novità hanno l’obbligo mentre lanciano sul mercato prodotti a velocità supersonica di non perdersi pezzi per strada. Va bene programmare “l’obsolescenza dell’effimero” ma non avere il tempo o dimenticarsi di risolvere il problema precedente e lanciare sul mercato un altro aggiornamento o prodotto più imperfetto del precedente in alcune sue funzioni, inizia ad essere un comportamento non solo scorretto ma decisamente poco etico.

Tornando alla serietà dell’additive, non essendo al momento una tecnologia sempre adatta e conveniente per ogni settore, non si deve pensare possa sostituire in un attimo e totalmente le tecnologie di lavorazione più tradizionale. Piuttosto si affiancherà a processi consolidati che rappresentano la tecnologia più evoluta e complementare resistendo al tempo grazie alle sue evoluzioni. Oggi mi piace pensare al rapporto tra additive e lavorazioni più tradizionali, come all’ interazione tra il saggio e il suo apprendista. Un supporto vicendevole in termini di conoscenze ed energia, un mutuo risolvere l’una le inefficienze dell’altra. Intelligenze umane che collaborano rendendo abile e abilitante la tecnologia.

 

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