Le 10 verità sulla competitività italiana

by Redazione 0

podio-italianoSta facendo (giustamente) molto parlare la ricerca sulle “10 verità sulla competitività – Focus machinery”, realizzata dalla Fondazione Symbola per le qualità italiane, Unioncamere e Fondazione Edison per la Fondazione Ucimu e sottoscritto da decine di autorevoli personalità nazionali.
Un documento che è una risposta a chi, leggendo il Bel Paese con le lenti (a volte distorte, altre in malafede) delle agenzie di rating, prevede per il nostro futuro un declino inesorabile. “L’Italia è in crisi, una crisi profonda. Ma non è un Paese senza futuro” è l’incipit del documento, cha aggiunge: “Dobbiamo affrontare problemi che vengono da lontano, e che vanno ben oltre il pesante debito pubblico” e ancora: “La crisi mondiale si è innestata su questi mali, li ha incancreniti. Rimediare non è facile, ma non è impossibile, basta guardare con occhi nuovi al Paese. A cominciare da queste 10 verità sulla competitività italiana”.
E oltre a essere incontestabile, l’elenco fa riflettere… e molto:
1) L’Italia è uno dei soli 5 Paesi al mondo con surplus manifatturiero sopra i 100 miliardi di dollari.
2) Le imprese italiane sono tra le più competitive (leader mondiali in metà dei prodotti di meccanica).
3) L’Italia è tra i Paesi che, nella globalizzazione, hanno conservato più quote di mercato mondiale.
4) Il modello produttivo italiano è tra i più innovativi in campo ambientale.
5) L’Italia è la meta dell’eurozona preferita dai turisti extraeuropei.
6) La zavorra del Pil italiano è il crollo della domanda interna, non certo la competitività dell’industria.
7) La crescita degli altri Paesi non è fatta di sola competitività ma anche di debito.
8) Dagli anni ’90 la quota dell’Italia nel debito pubblico totale dell’eurozona è costantemente calata.
9) Nel debito aggregato (stato, famiglie, imprese) l’Italia è uno dei Paesi meno indebitati al mondo.
10) Dal 1996 al 2013 l’Italia ha prodotto il più alto avanzo primario statale della storia moderna.
“In questo dossier”, ha sottolineato Ermete Realacci, presidente di Fondazione Symbola “c’è ben più che una replica a tanti falsi luoghi comuni. C’è un’idea di futuro per l’industria meccanica che vale per tutta la nostra economia”. A buon intenditor, poche parole: ma il dossier va letto interamente.