La normazione fa bene alle imprese

by Redazione 0

Non c’è dubbio che le norme tecniche consensuali – le cosiddette “norme UNI” -, siano utili e pratiche per avere riferimenti comuni e condivisi in diversi settori industriali e non. Ma possono anche contribuire al business in modo più tangibile, come mostra un recente studio condotto da IRS – Istituto per la Ricerca Sociale sull’impatto economico, organizzativo e concorrenziale di questi strumenti, con particolare riferimento al settore delle macchine utensili per la lavorazione dei metalli, caso di studio scelto insieme ad ascensori e arredamento.

I risultati mostrano infatti che l’uso delle norme UNI può fare aumentare fino a un massimo del 14,1% il fatturato, investendo ogni anno al massimo lo 0,002% del giro d’affari per l’acquisto e lo 0,007% per la formazione o la consulenza necessarie al loro migliore utilizzo. “La semplificazione da tutti richiesta a gran voce è una gara in salita, che rischia di scivolare nella totale deregolamentazione – commenta Bruno Dente, consulente scientifico IRS -. Da questa ricerca emerge che le imprese hanno bisogno di regole, purché siano, tecniche, volontarie e consensuali. Le regole infatti sono utili a condizione che siano semplici per gli utilizzatori e siano capaci di adattarsi ai mutamenti del mercato: le norme tecniche UNI soddisfano entrambe le condizioni”.

BENEFICI QUALITATIVI. Dallo studio IRS emergono prima di tutto le aree di benefici “qualitativi” derivanti dall’uso delle norme UNI quali: facilitazione del rispetto dei requisiti di sicurezza di legge, maggiore accesso ai mercati esteri, semplificazione dell’attività di impresa, riduzione del rischio di incidenti sia sul lavoro che per gli utilizzatori, influenza positiva sull’esito di eventuali contestazioni giudiziarie.
Sono inoltre riconosciuti come effetti positivi dell’uso delle norme UNI la riduzione dei costi per svolgere l’attività aziendale, la maggiore competitività negli appalti pubblici (espressa dal 73% del campione macchine utensili), la facilitazione della commercializzazione dei prodotti (70% per macchine utensili), la maggiore competitività nelle commesse private.

RITORNI ECONOMICI. Lo studio IRS evidenzia anche un ritorno significativo in termini “quantitativi” per gli utilizzatori delle norme UNI: secondo i ricercatori, infatti, rendere conformi alle norme i prodotti, i servizi e/o i processi aziendali genera un aumento del fatturato che le imprese del campione stimano da un minimo del 8% annuo per le macchine utensili, al 13,7% per l’arredamento, fino a un massimo del 14,1% per gli ascensori.

I COSTI. Le imprese dei tre settori indagati in media utilizzano 9 norme strettamente settoriali e 7,8 extrasettoriali (ad esempio sulla sicurezza, sui sistemi di gestione per la qualità e l’ambiente), il cui costo totale non arriva a 1.000 euro, da ammortizzare in almeno 5 anni, frequenza con la quale le norme vengono aggiornate. Nel caso delle macchine utensili il costo medio è di 700 euro.
Considerato il fatturato medio delle aziende del campione (8,2 milioni per gli ascensori, 12,7 milioni per l’arredamento e 13,4 milioni per le macchine utensili) l’investimento annuo per l’acquisto delle norme UNI incide sul fatturato da un minimo dello 0,001% per arredamento e macchine utensili a un massimo dello 0,002% per gli ascensori.
Alla voce acquisto si può aggiungere poi quella per la consulenza e l’attività formativa per il migliore utilizzo delle nuove norme tecniche, che incide da un minimo dello 0,0045% per l’arredamento, allo 0,0048% per le macchine utensili, fino ad un massimo dello 0,007% per gli ascensori.
Complessivamente, i costi mediamente sostenuti in un anno dalle imprese del settore macchine utensili per attività legate alle norme tecniche variano quindi dallo 0,0058% (per chi si limita all’acquisto di norme e di servizi di consulenza e formazione), al 1,5% (per chi sostiene anche costi di certificazione), fino al 2,4% per chi sostiene anche costi di valutazione dei rischi, sul fatturato medio annuo delle imprese, pari a 13,4 milioni di euro.

PER UN EURO INVESTITO… Investire 1 euro nell’uso delle norme tecniche, sintetizzano i ricercatori, può generare fino a 1.700 euro nel settore delle macchine utensili (il massimo, 3.000 euro, si ottiene nell’arredamento), un rapporto costo/beneficio che dovrebbe stimolare le imprese a investire per migliorare prodotti e prestazioni.
“Le norme tecniche sono la spina dorsale del settore meccanico e grazie ad esse l’industria italiana è forte nei mercati in crescita (Asia) e nei settori a maggiore contenuto tecnologico (aerospazio, strumenti di precisione, automotive) – sottolinea Sergio Bassanetti, Vicepresidente Ucimu -. Inoltre supporterà i processi più innovativi al servizio di Industria 4.0”.

PARTECIPARE ALLE COMMISSIONI. Lo studio ha anche indagato quanto le imprese abbiano compreso l’importanza di partecipare all’attività delle commissioni tecniche UNI che definiscono i contenuti delle norme stesse, non limitandosi solo ad usarle: all’interno del campione lo fanno il 24,3% delle aziende del settore macchine utensili lavorazione, con un costo stimato in 1.150 euro l’anno, ovvero lo 0,0085% del fatturato medio. I vantaggi riguardano prioritariamente la “conoscenza” – elemento determinante per i processi di innovazione e per la competitività in un sistema globalizzato ma caratterizzato dalla ineguale distribuzione di competenze e capacità. I principali sono: essere costantemente aggiornati sulle problematiche e le evoluzioni del settore, conoscere e confrontarsi con altri esperti, approfondire gli aspetti tecnici per garantire la qualità dei prodotti sono i principali.

Lo studio è liberamente scaricabile dal sito UNI.