Industria 4.0, entro l’anno il piano del Governo

by Redazione 0

É stato illustrato ieri alla Commissione Attività produttive, Commercio e Turismo della Camera dei Deputati il documento conclusivo dell’indagine conoscitiva “La rivoluzione industriale 4.0 – Quale metodo applicare al tessuto industriale italiano – Strumenti per favorire la digitalizzazione delle filiere industriali nazionali”, presenti Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo economico e Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria.

PIANO INVESTIMENTI IN FINANZIARIA? Il documento costituisce la base per un intervento di grande respiro del Governo, “un grande piano di investimenti” che potrebbe trovare già spazio nella prossima Legge finanziaria, come ha confermato ieri Carlo Calenda, mentre le prime misure potrebbero essere annunciate nei primi giorni di agosto. Interventi che saranno “selettivi” e pensati in un’ottica di medio-lungo termine.
L’intervento punta ad incrementare la produttività delle imprese italiane ed evitare di perdere il treno di quella che si prospetta come la quarta rivoluzione industriale, “un grandissimo salto tecnologico e culturale che rischia di spiazzarci non solo dal punto di vista della competitività ma anche dal punto di vista di capire meglio i fenomeni che ci circondano”.
Parole accolte con favore dal presidente di Confindustria Vincenzo Boccia che, insieme agli imprenditori italiani, chiede di riportare la questione industriale al centro dell’attenzione del Paese, superando il deficit di competitività del nostro Paese attraverso un recupero di produttività che non ci faccia perdere posizioni rispetto al nostro più diretto competitor in Europa, la Germania.
Puntando sull’innovazione tecnologica, tra cui Industria 4.0, “l’industria italiana può diventare la ‘boutique del mondo’ offrendo prodotti sartoriali con una elevata qualità artigianale, pure restando in una dimensione industriale”, ha affermato in numero uno di Confindustria. Un salto tecnologico, ma anche culturale, che impone una crescita della dimensione delle imprese: “piccolo non è più bello, è una condizione da superare”, ha ribadito Boccia.

INDAGINE CONOSCITIVA. Il documento elaborato dalla Commissione Attività produttive della Camera individua cinque pilastri sui quali costruire una strategia Industria 4.0.
Il primo riguarda la creazione di una governance per il sistema Paese, individua gli obiettivi da raggiungere e propone la costituzione di una Cabina di regia governativa. Il secondo pilastro prevede la realizzazione delle infrastrutture abilitanti attraverso la realizzazione del piano banda ultralarga, lo sviluppo e la diffusione delle reti di connessione wireless di quinta generazione, delle reti elettriche intelligenti, dei DIH (Digital Innovation Hubs) e di una pubblica amministrazione digitale.
Il terzo pilastro interessa la formazione, mirata alle competenze digitali, distinta tra formazione professionale di breve periodo destinata a chi non studia e non lavora, i cosiddetti NEET, o al personale impiegato in lavori in via di obsolescenza; nel lungo periodo bisogna invece puntare su una formazione scolastica e post scolastica che punti alla formazione di competenze digitali diffuse anche in tutti gli ambiti, compresi quelli delle scienze umane.
Il quarto pilastro è rappresentato dal rafforzamento della ricerca sia nell’ambito dell’autonomia universitaria sia in quello dei centri di ricerca internazionali. L’open innovation è il quinto pilastro individuato nel documento conclusivo sul quale fondare una via italiana all’industria 4.0, basata su standard aperti e interoperabilità e su un sistema che favorisca il Made in Italy, sfruttando tutte le opportunità fornite dall’internet of things.

TECNOLOGIE ABILITANTI. A differenza delle rivoluzioni tecnologiche del passato, quella che passa con il nome di Industria 4.0 si basa non su una, ma su un insieme di tecnologie abilitanti che vengono ad aggregarsi grazie ad internet in modo sistemico. Le principali individuate nell’Indagine conoscitiva sono Internet of Things (IoT), cloud e cloud computing, manifattura additiva e stampa 3D, cibersecurity, big data e analisi dei dati, robotica avanzata, realtà aumentata, elettronica indossabile e sistemi cognitivi.
Il cambiamento del paradigma manifatturiero imporrà – o sarà condizionato (o entrambe le cose) – da un cambiamento degli attuali modelli di business. Alcuni trend sono già in atto, come lo sviluppo dell’economia circolare, la sharing economy, l’artigianato digitale (maker economy) al posto delle grandi fabbriche basate solo sulle economie di scala.

AUTOMOTIVE 4.0. Il documento esamina poi in chiave 4.0 alcuni settori specifici, quali l’automotive, l’edilizia, l’industria farmaceutica e biomedicale. L’industria automobilistica è uno degli esempi più avanzati di smart factory. Per esempio, Porsche ha adottato un modello produttivo chiamato “a lisca di pesce” in cui il cliente può configurare un ordine online, personalizzando la propria vettura e poi passare in concessionaria a finalizzare l’acquisto. L ́ordine registrato viene gestito da un sistema informativo centrale, che permette di sincronizzare tutte gli attori (le “lische di pesce”) coinvolti nella filiera di consegna dei componenti in linea. Ad esempio, a Corbetta, vicino Milano, Magneti Marelli riceve periodicamente tramite EDI (Electronic Data Interchange) i programmi di produzione, e, solo 5 giorni prima dell ́assemblaggio a Stoccarda, riceve via VAN (Value Added Network, rete dedicata) il “via” per produrre esattamente la sequenza di strumenti di bordo che verranno montati oltralpe. I disegni e le distinte base sono on-line su una piattaforma del gruppo, alla quale hanno libero acces so tutti i fornitori.

COME SI MUOVE LA UE. Lo scorso aprile, con la Comunicazione “Digitalizzazione dell’industria europea – Cogliere appieno i vantaggi di un mercato unico digitale (COM(2016) 180)” la Commissione europea ha presentato un pacchetto di misure volte a rafforzare il pilastro dell’industria e dell’innovazione della strategia per il mercato unico digitale. L’obiettivo è mobilitare ingenti investimenti da parte di Stati membri, regioni e industria, invitando l’industria europea a sfruttare appieno le opportunità digitali in tutti i settori al fine di essere competitiva a livello mondiale, indipendentemente dalle dimensioni dell’impresa.
Secondo la Commissione europea, se l’industria europea vuole rimanere competitiva e raggiungere l’obiettivo di diventare un’economia intelligente, sostenibile e inclusiva entro il 2020, occorre cogliere le opportunità che possono derivare dall’evoluzione delle tecnologie digitali per garantire la competitività di medio e lungo termine dell’economia europea. Evitando il rischio di frammentare il mercato unico e di non raggiungere la massa critica necessaria per attirare gli investimenti privati.
A tale scopo, la Commissione europea intende promuovere un coordinamento delle iniziative nazionali e regionali, concentrare gli investimenti nei partenariati pubblico-privato, investire 500 milioni di euro per creare una rete di poli di innovazione digitale a sostegno delle imprese e avviare progetti pilota su larga scala per potenziare l’internet delle cose, i processi produttivi avanzati e le tecnologie in ambiti specifici. Tra gli interventi indicati ci sono anche l’adozione di una normativa sul libero flusso dei dati e in materia di proprietà dei dati generati da sensori e dispositivi intelligenti, nonché il riesame delle norme sulla sicurezza e l’affidabilità dei sistemi autonomi.