Affari a Teheran

by Redazione 0

In occasione del Business Forum italo-iraniano, tenutasi a Teheran nei giorni scorsi, alla presenza del sottosegretario del Ministero dello Sviluppo economico Ivan Scalfarotto sono state siglate 14 intese bilaterali tra imprese e associazioni del sistema produttivo italiano e controparti iraniane. Si tratta di accordi che interessano diversi settori, alcuni dei quali riguardano direttamente o indirettamente l’industria meccanica, con importi unitari che variano da 20 milioni fino a 5 miliardi di euro.

Insieme al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, sono andati in missione nel paese mediorientale una sessantina di imprese, associazioni di categoria dell’industria e del credito, strutture pubbliche di sostegno all’internazionalizzazione e Cassa Depositi e Prestiti.

MECCANICA E METALLI. Nel settore delle tecnologie produttive per l’acciaio si segenala è il contratto firmato dalla Danieli Officine Meccaniche con Bisco Butia Iranian Steel, per realizzare in Iran un impianto integrato del valore di 350 milioni di euro, mentre il gruppo Marcegaglia ha concluso un MoU per il rafforzamento della collaborazione con MSC-Mobarakeh Steel, per un valore di 450 milioni di euro. Sempre Bisco Butia, questa volta con Fata, ha firmato un contrato per servizi di impiantistica energetica.
Tenova ha chiuso con Mandir un contratto da 1 miliardo di euro per impianti industriali dedicati alla produzione di pelleting per l’industria dell’acciaio, mentre l’accordo quadro generale firmato da Belleli con Jahanpars per i settori energia e infrastrutture vale 5 miliardi di dollari.

OIL&GAS. Degno di nota anche il memorandum d’intesa siglato da Saipem con Razavi per un progetto di sviluppo nel settore del gas da 500 milioni di euro; negli stessi giorni, l’associazione dei grandi impiantisti italiani Animp ha siglato un accordo di collaborazione con l’iraniana Apec.

INFRASTRUTTURE. Un’altra intesa riguarda la fornitura, da parte di Dimensione SpA, di 30 unità ospedaliere mobili per 50 milioni di euro al Ministero della Salute iraniano, mentre Italtel ha raggiunto con TCI ha un accordo d’intesa per la modernizzazione della rete di telecomunicazioni nel paese mediorientale. Vale 20 milioni di euro un altro MoU tra Vitali e Kerman International Airport per l’ammodernamento della pista dell’aeroporto di Tabriz

AUTO E MODA. Nell’ambito del Business Forum italo-iraniano, il gruppo IMQ e Fahame Engeneering si sono impegnati a realizzare interventi formativi su requisiti e standard qualitativi UE per le certificazioni di prodotto (nel settore automotive), mentre Sistema Moda Italia ha siglato un accordo di massima per la collaborazione industriale e commerciale con la Tehran Garment Union.
Infine, un accordo per lo sviluppo di nuove smart cities in 6 località iraniane è stato concluso da European Engeneering con due enti iraniani del settore dell’edilizia civile.

ULTERIORI SVILUPPI. “Il sistema Italia nel suo complesso sta investendo nei rapporti con l’Iran come partner economico strategico – ha dichiarato Scalfarotto -. Fino a pochi anni fa eravamo il primo partner commerciale, con un interscambio che nel 2011 superava i 7 miliardi di euro. Uno studio commissionato dal Ministero dello Sviluppo Economico ci dice che nel 2020 sarà possibile un recupero della quota italiana al livello medio precedente alle sanzioni, con un incremento di 1,5 miliardi di euro. In particolare il potenziale è di 900 milioni di euro per la Tecnologia (meccanica, elettrotecnica, automotive), 400 milioni di euro per i Beni di consumo del Made in Italy e di più di 200 milioni di euro per le infrastrutture”. “È un traguardo alla nostra portata – ha sottolineato l’esponente del Governo – e che potremmo addirittura superare, considerate le intese e i MoU sottoscritti nel campo delle infrastrutture, dell’energia, dell’agroindustria e in altri settori.”
“La novità più importante di questa missione – ha concluso Scalfarotto – è il serrato lavoro fatto dal punto di vista dei rapporti finanziari. Le situazioni di stallo e il blocco dei pagamenti determinati dal regime sanzionatorio si vanno progressivamente risolvendo, garantendo così fino a 4 miliardi di finanziamenti all’export, in una logica di complementarietà con il sistema degli intermediari creditizi. A questo si aggiungono altri quattro miliardi di garanzie Sace che metteranno le imprese nella condizione di programmare i loro investimenti e le loro attività in Iran in un quadro di maggiori certezze. Infine il potenziamento dell’ufficio di Ice a Teheran e la possibile prossima apertura delle sedi di Sace e Simest contribuiranno certamente a favorire questo percorso”.