Meccanica & Automazione n.6 settembre
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Il materiale e l’immaginario
di Chiara Tagliaferri
Il materiale è sicuramente il fattore abilitante da cui sono scaturite le più grandi conquiste ed evoluzioni storiche per l’essere umano. Nel corso dei secoli hanno reso possibili non solo miglioramenti incrementali rispetto le precedenti, ma hanno aperto la via a rivoluzioni industriali come sta succedendo per l’attuale. Basti pensare alle loro caratteristiche utilizzate per l’efficientamento energetico, sostenibilità, salute e cura della persona, mezzi di traporto, urbanistica e così fino a permeare tutto il costruito. Se consideriamo la definizione di materiale come “tutto ciò che è tangibile e fisico… il mondo concreto che possiamo vedere e toccare” il suo studio e sviluppo da sempre rappresenta il cuore pulsante, la miccia di innesco di innovazioni fondamentali. Per semplificare, si può pensare cosa ha comportato poter contare, oggi su materiali compositi come la fibra di carbonio e il kevlar, su polimeri ad alte prestazioni come il PEEK, il policarbonato e il nylon ad alta resistenza, come le leghe ad alta resistenza, i materiali intelligenti, riciclabili, biocompatibili o bio assorbibili. Certo, il costo di produzione e la scarsità delle materie prime di cui sono composti rappresentano spesso una discriminate importante per la scelta dell’uno o dell’altra ponendosi anche come barriera alle più promettenti ma, in combinazione con l’avanzamento delle tecnologie di produzione, oggi assistiamo ad una accelerazione anche in questa direzione.
Ed è proprio perché i materiali avanzati sono alla base delle catene del valore di molteplici settori applicativi e sono sempre più riconosciuti come un fattore strategico per l’autonomia e la competitività delle imprese, la Commissione Europea il 27 febbraio 2024 ha pubblicato la sua comunicazione intitolata “Advanced Materials for Industrial Leadership”. La comunicazione vuole riconoscere con forza il loro ruolo quali abilitatori di tutte le sfide tecnologiche del futuro, ripuntando i fari dell’attenzione della comunità di riferimento (accademia, ricerca, industria) sulle ricerche che velocizzino le innovazioni verso il mercato, assicurando al contempo sostenibilità e protezione della salute umana e dell’ambiente. I primi settori target di questa iniziativa sono l’energia, la mobilità, l’edilizia e l’elettronica. A tal fine, e qui la buona notizia, “dovranno essere mobilitati più investimenti UE, nazionali, regionali e privati per affrontare questa sfida con un approccio coordinato”. Ma si dovranno (attenzione!) ricercare materiali sicuri e sostenibili, perché, come mi è capitato di sentire rimarcare nella lecture di apertura della 40 esima Conferenza Nazionale dell’Associazione Italiana di Metallurgia dove sono mentre scrivo, l’idrogeno, su cui così tanto si punta, non è poi così sicuro e sostenibile. Ma questa è un’altra storia.
Per ora mi piace lasciarvi con questa suggestione. Se con il termine materiale ci riferiamo a tutto ciò che è tangibile e fisico, e l’immaginario, riguarda le idee, i sogni e il regno della creatività da dove nascono le visioni del futuro e le innovazioni, il materiale e l’immaginario devono lavorare in sinergia per alimentare il progresso umano, trasformando le idee in innovazioni tangibili.
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