La prima mano robotica tutta italiana

by Redazione 0

mano-roboticaUna protesi poliarticolata e polifunzionale, in grado di restituire una vita normale a chi ha perso un arto, è il primo risultato del progetto congiunto tra Inail e IIT (Istituto italiano di tecnologia), prodotto di sintesi di tecnologia robotica e riabilitazione di eccellenza.
Battezzata Softhand e messa a punto al Centro protesi Inail di Budrio (BO) in plastica e metallo anche grazie al contributo della stampa 3D, consente il recupero della funzionalità complessiva da parte del paziente.
Si tratta a tutti gli effetti di un grande successo di ricerca e innovazione italiana, presentata a Roma in presenza del ministro della salute Beatrice Lorenzin e di quello del lavoro Giuliano Poletti.
Pesante meno di mezzo chilo, contiene un tendine artificiale che consente di riprodurre la maggior parte dei movimenti, come presa e rilascio delle dita. Roberto Cingolani, direttore scientifico IIT, ha mostrato con Marco Zambelli, il primo paziente che ha sperimentato la nuova mano, i due sensori elettromiografici applicati sull’avambraccio per intercettare i segnali elettrici inviati dal cervello ai muscoli residui, decodificarli e inviarli in tempo reale alla mano. Il dispositivo dovrebbe essere disponibile per tutti entro il 2017, dopo un’ulteriore fase di sviluppo preclinico e la costituzione di una star-tup innovativa che dovrebbe occuparsi di valorizzare e commercializzare la tecnologia.