Meccanica&Automazione n. 7 novembre/dicembre 2025

by redazione 0

Nel mezzo scorre il fiume

di Chiara Tagliaferri

In ogni processo di apprendimento tradizionale arriva un momento in cui il libro non basta più. La conoscenza trasmessa in forma lineare, attraverso testi e lezioni frontali, fatica a restituire la complessità e la dinamicità del reale. È da questa suggestione che voglio partire, per riproporre il concetto di Extended Learning. Un concetto non nuovo, ma che sta tornando alla ribalta grazie all’uso combinato di XR e AI.  Un approccio che potremmo definire eracliteo e che, in un incessante scorrere tra risorse digitali e umane, supera i confini della didattica convenzionale, integrando esperienze immersive, tecnologie avanzate e interazioni umane. Un alleato che accompagna il cambiamento, un nuovo mix di strumenti fondamentale per favorire l’apprendimento in un momento di così rapida evoluzione.

Immaginate un tecnico alle prime armi, chiamato a gestire un impianto industriale. La teoria non riesce più ad imprimere il suo giusto effetto, e allora entra in scena la XR, Extended Reality (insieme di VR (realtà virtuale), AR (aumentata) e MR (mista). Attraverso simulazioni immersive, il discente può interagire con scenari complessi in totale sicurezza, sperimentando procedure critiche senza rischi reali. Con un visore, il tecnico si ritrova dentro l’impianto, ma senza rischi: può sbagliare, ripetere, provare ancora. Può affrontare un incendio simulato, ascoltare il crepitio delle fiamme, sentire il battito accelerare. È un’esperienza che non si dimentica, perché il corpo impara insieme alla mente. Accanto alla XR, l’Intelligenza Artificiale (AI) agisce come un sistema di tutoring adattivo, silenzioso e vigile alla stregua di un maestro invisibile. Osserva, analizza, suggerisce. Non giudica, ma accompagna. Se il tecnico esita, l’AI lo guida; se sbaglia, gli mostra la strada giusta. E non si ferma lì: non si limita a correggere errori: anticipa criticità, suggerisce strategie e costruisce un’esperienza formativa su misura, riducendo il fenomeno del skill obsolescence in contesti ad alta variabilità tecnologica.

Mi piace definirlo come la possibilità di avere un mentore che conosce i punti deboli dell’operatore e li aiuta a trasformarli in forza. Non mera tecnologia ma un paradigma per l’apprendimento continuo nell’era digitale, un modello che favorisce l’engagement cognitivo ed emotivo, una nuova grammatica del sapere.

Un approccio procedurale che accompagnerà il nostro futuro sicuramente ma, se ci pensate, è anche un ritorno alle origini. Un ritorno a quella fase evolutiva in cui si imparava facendo le cose e si scopriva il mondo toccandolo…e cosa c’è di male a tornare un po’ bambini in un’epoca in cui le competenze invecchiano alla velocità della luce!

Ormai sappiamo bene che il modello formativo tradizionale sta mostrando i suoi limiti, ma rendere questo modello fondamentale di una nuova “costruzione” di extended learning può rappresentare una scelta strategica per generare un cambiamento significativo. È come qualsiasi viaggio cambierà chi lo compie, rendendolo un nuovo mezzo con il quale il nostro fiume tecnologico si trasforma ed evolve.

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