Schunk: l’arte di capire il mercato

by Redazione 0

Fondata nel 1998 la filiale italiana della multinazionale tedesca SCHUNK GMBH & CO, da generazioni leader nella produzione di sistemi di presa e serraggio, cresce anche per la capacità di stare a fianco del cliente passione e serietà

Mano a 5 dita di SCHUNK (qui montata sul Powerball Lightweight Arm LWA 4P): talentuosa quasi quanto il suo modello umano
Mano a 5 dita di SCHUNK (qui montata sul Powerball Lightweight Arm LWA 4P): talentuosa quasi quanto il suo modello umano

La storia di SCHUNK inizia settant’anni fa, quando in un piccolo garage di Lauffen sul Neckar, Friedrich Schunk fondò la sua officina meccanica. L’unico capitale tangibile di cui disponeva al tempo, era costituito dalla sua reputazione di ‘tuttofare’ e dalla capacità di trovare sempre una soluzione per qualsiasi tipo di problema. Nonostante la povertà imperante in quegli anni in Germania (siamo nel 1945), Friedrich Schunk si seppe muovere subito bene e soprattutto si fece apprezzare per le idee proposte e le soluzioni individuate. Le più note in quell’epoca furono una foratrice per paralumi e soprattutto l’ottimo livello qualitativo del lavoro effettuato nella sua piccola azienda. Che fin da subito si fece un gran nome, lo dimostrano i primi ordini, subito significativi e di grande importanza: la produzione di tamburi dei freni e di volani per la NSU Prinz 4 e particolari di precisione per la Porsche 356 (quella di James Dean per intenderci).

Salto evolutivo

Il rischio a quel punto era di confinarsi in un mondo, quello dei terzisti, sicuramente premiante, ma sempre legato alla volontà di clienti, senza poter sviluppare fino in fondo il proprio desiderio di crescita tecnologica oltre che dimensionale. Così, con una scelta senza dubbio coraggiosa e ben gestita, l’azienda trasferì progressivamente le proprie competenze fondamentali nello sviluppo, nell’implementazione e nel miglioramento di metodi di produzione. Mai scelta strategica fu più indovinata: la comprensione della crescita di un mercato e la ricerca da parte delle aziende utilizzatrici di sistemi per serraggio e automazione furono la chiave di volta per il futuro dell’azienda Schunk che, nel 1964, vede l’ingresso del figlio di Friedrich Schunk, ovvero di colui che diverrà nel corso degli anni l’attuale presidente: Heinz-Dieter Schunk, oggi a sua volta, coadiuvato, nella gestione di questa realtà ormai presente in tutto il mondo, dai figli Kristina I. e Henrik A.. Quando si parla di realtà presente in tutto il mondo non è semplicemente un modo di dire. I prodotti Schunk sono infatti realizzati in sei differenti unità produttive e distribuiti, attraverso filiali o distributori locali, in oltre 50 nazioni nel mondo. Ovunque vi sia necessità, tanto per intenderci, di prendere, maneggiare e migliorare il ciclo produttivo di un qualsiasi oggetto. La scelta di essere realtà presente in modo attivo su molti mercati a livello mondiale, ha significato per l’azienda tedesca l’apertura di una serie di filiali in quelli che sono considerati i principali mercati di sbocco delle loro tecnologie.

Tendo Aviation: una delle novità di SCHUNK per la gamma mandrini - tecnica di serraggio. Il suo meccanismo antisfilamento integrato impedisce movimenti di uscita dell'utensile e permette di evitare danni al pezzo, oltre ad aumentare a volte sensibilmente i parametri del taglio
Tendo Aviation: una delle novità di SCHUNK per la gamma mandrini – tecnica di serraggio. Il suo meccanismo antisfilamento integrato impedisce movimenti di uscita dell’utensile e permette di evitare danni al pezzo, oltre ad aumentare a volte sensibilmente i parametri del taglio

In Italia direttamente

Un panorama in cui non poteva certo mancare l’Italia che infatti vede la presenza di Schunk in forma diretta con una filiale, da oltre quindici anni: per essere precisi dal 1998, anno in cui la Schunk Intec ha assunto la gestione commerciale diretta dei prodotti Schunk su tutto il territorio nazionale. Un modo più sicuro e rapido per dialogare con il nostro mercato, sicuramente fra quelli più significativi per l’industria tedesca, cogliendo inoltre l’occasione per seguire le aziende di casa nostra con informazioni di prima mano oltre che con assistenza nella nostra lingua. D’altra parte ciò di cui ha più bisogno una impresa è proprio sentirsi seguita passo dopo passo nelle proprie attività, nelle scelte quotidiane. Per questo motivo Schunk Intec si è concentrata nel corso degli anni su aspetti ritenuti fondamentali per il proprio successo: una consulenza tecnico-commerciale di alto livello, una disponibilità di prodotti in magazzino molto nutrita, la capacità di essere velocemente disponibili per il cliente, in modo da poter affrontare insieme problematiche di ogni genere fornendo risposte competenti e veloci. Ma non solo, un’altra chiave evidente del successo della filiale italiana di Schunk sta proprio nell’ interazione costante con il cliente. Un flusso bidirezionale di informazioni tese a dare e ricevere suggerimenti, proposte, idee per individuare soluzioni legate a problemi produttivi. Oltre ovviamente alla consulenza attiva nell’ individuazione e nella scelta dei prodotti più idonei per rispondere al meglio alle necessità dell’utilizzatore. Non si deve poi dimenticare che il servizio di consulenza e fornitura offerto da Schunk Intec rappresenta un’opportunità molto gradita da chi lo conosce. Infatti, proprio il ruolo dell’azienda di Lurate Caccivio (CO) è studiato per mettere al centro della propria azione il lavoro del cliente. In questo modo anche il cliente più bisognoso di assistenza e facilitazione nella gestione delle scelte produttive, può ricevere tutto ciò di cui necessita da un solo fornitore, concentrando in questo modo su un solo ente eventuali necessità o questioni da risolvere. Sta infatti qui la vera discriminante fra un fornitore qualsiasi e uno che si fa carico dei problemi da risolvere in casa del cliente.

Tecnologia di nuova generazione nel campo delle pinze: SCHUNK PGN-plus, un nuovo standard nel mondo delle pinze universali
Tecnologia di nuova generazione nel campo delle pinze: SCHUNK PGN-plus, un nuovo standard nel mondo delle pinze universali

Conoscere per risolvere

Uno degli aspetti importanti del lavoro di Schunk è cercare di interpretare ciò che accadrà domani sul mercato. Questo per poter essere pronti a rispondere alle differenti esigenze che emergono nel confronto con i clienti. Un aspetto che abbiamo potuto approfondire con Riccardo Borghi, il quale, all’interno della struttura di Schunk Intec, ricopre il ruolo di Responsabile Commerciale Automazione per il mercato italiano e International Product Specialist Gripping Systems. Un ruolo che lo porta a vedere e interpretare ogni giorno le diverse realtà produttive, cercando d’ individuare quali saranno gli sviluppi del mercato e cosa da questo verrà richiesto in futuro. “Il primo punto su cui dovremo concentrarci ancora di più – ci spiega Riccardo Borghi – sia per ciò che concerne i sistemi di presa che quelli di serraggio è la flessibilità. Una vera e propria parola d’ordine che ci vedrà impegnati tutti nello sviluppo sempre più efficiente di sistemi in grado di gestire sempre più spesso quello che oggi si chiama ‘lotto 1 pezzo’. Ciò comporta la necessità di avere sistemi automatici in grado di unire alle funzioni strettamente legate al carico e allo scarico del pezzo stesso, anche la capacità di eseguire un vero e proprio set up automatico. Questa è una richiesta in crescita sensibile che ci vede impegnati a fondo nello sviluppo di soluzioni sempre più articolate, efficienti e di facile gestione da parte dell’utilizzatore finale”.

Sensori e meccatronica

Riguardo le aree di maggiore potenzialità di crescita in cui ci si dovrà nel futuro prossimo impegnare con la massima costanza, Riccardo Borghi ha indicato due filoni principali da cui si svilupperanno maggiori progressi. “Senza ombra di dubbio – ci spiega ancora Borghi – i due settori in cui penso si dovrà lavorare con maggiore efficacia sono quello della sensoristica soprattutto in funzione delle applicazioni meccatroniche. A mio parere – prosegue Borghi – si tratta dei due filoni lungo cui si può progredire di più e che oggi sono per certi versi il passaggio in cui si vedono ancora i margini di miglioramento maggiori”. Se però poi proviamo a entrare nello specifico dei singoli campi applicativi le considerazioni si fanno ancora più interessanti. Infatti quando si approfondisce la questione legata alla manipolazione e alla movimentazione, emerge con forza tutto il mondo e la conoscenza che Schunk ha accumulato in questo campo in oltre 30 anni di esperienza. Era il 1983 quando venne presentata la prima pinza industriale standardizzata. Un’idea da cui seguì un lungo e intenso sviluppo della società tedesca che da allora ha inanellato successi commerciali e tecnologici che definire unici sembra quasi riduttivo. “Fra questi successi – spiega ancora Borghi – non può certo essere tralasciato il programma di Robotica Modulare di Servizio, per noi un vero e proprio fiore all’occhiello, che comprende soluzioni come bracci robotici antropomorfi di peso ridotto o sistemi di presa innovativi, come le mani da tre a cinque dita con gradi di libertà crescenti. Si tratta di prodotti tutti ad elevato profilo innovativo, nati per soddisfare le esigenze dei nostri clienti”. È evidente che per una realtà improntata a questo genere di crescita tecnologica, i problemi di mercato siano sempre meno pressanti rispetto ad altre realtà, limitate invece ad operare in seconda linea. Qui giocare il ruolo del centravanti è fondamentale per il successo dell’impresa. Non è quindi un caso che anche quando si parla di futuro del settore e delle opportunità che il mercato sta presentando, la risposta non sia che positiva: “Per quanto ci riguarda – conclude Borghi – sia il nostro programma di Automazione, sia la parte di prodotto dedicata ai sistemi di serraggio stanno conoscendo un buon momento. Il mercato mostra un certo fermento e la nostra clientela, che negli ultimi tempi era particolarmente concentrata su forniture per mercati esteri, sta ritrovando anche la componente italiana. Per noi non può che essere un piacere, non solo perché se crescono i nostri clienti cresciamo di conseguenza anche noi: c’interessa che per i nostri clienti ci sia un mercato nazionale ricco e forte. È il modo migliore per dare alle stesse aziende la voglia di tornare a credere e puntare sull’Italia. Dove, lo ripeto, negli ultimi mesi stiamo assistendo a una ripresa della domanda e una crescita sensibile di nuovi progetti interessanti”. Paolo Beducci