Meccanica & Automazione #7 ottobre/novembre

by redazione 0

Virtu’ e conoscenza

di Chiara Tagliaferri

Guardare oltre, continuare a cercare al di là dell’orizzonte visibile, è spesso un’irrequietezza mentale di chi non si accontenta di questo e quell’altro scenario evidente ma, vuole generare ciò che al momento non c’è.  Questa attitudine, che ci distingue da tutti gli altri esseri viventi, è presente in maniera più o meno pronunciata in ciascuno di noi.  

Dante, nel canto XXVI dell’Inferno fa una riflessione sull’ingegno e sul suo utilizzo, condannando Ulisse, l’astuto ingannatore ideatore del cavallo di Troia, per aver voluto oltrepassare i limiti imposti alla natura umana, a quei tempi, rappresentata dalle colonne d’Ercole. Personalmente ho sempre stimato tantissimo Ulisse preferendolo a tanti altri più virili personaggi omerici, ma oggi riscopro in quelle parole di Dante, non tanto la condanna al guardare oltre ma, il monito a valutare bene il rischio che si corre nell’ oltrepassare certi limiti senza pensare alle conseguenze.

Riusciremo ad essere etici nell’utilizzo di tutti queste “opportunità 4.0”? 

Fortunatamente la mia non vuole essere una domanda originale ma solo lo stimolo per incuriosirvi portarvi ad approfondire i tanti ragionamenti accademici ed industriali che tentano di rispondere alla stessa. In questa direzione va il pensiero di chi, da anni, già pensa ad un Industria e Società 5.0, in cui non si parla più, ad esempio, di competizione uomo-robot o di collaborazione uomo macchina ma di integrazione. Esseri viventi e macchine integrate come potranno essere integrate etica e profitto in azienda. Una società 5.0 che riesce a bilanciare progresso economico e progresso sociale. Arduo vero ma, possibile. Ed è questa l’intenzione di chi come Ulisse si rivolgere ai propri compagni di avventura per spronarli a continuare il loro viaggio oltre le colonne d’Ercole.

Non siamo stati creati per vivere come “bruti” ma per conseguire virtù e conoscenza. Quindi, da individui, studiamo e informiamoci accrescendo questa virtù e alimentiamo la conoscenza, da imprenditori e costruttori del futuro investiamo nella formazione e nel welfare aziendale. 

Umberto Eco diceva: “l’intelligenza e il sapere non sta nel sapere tutte le nozioni ma nel sapere dove cercarle e quando servono!”  Quindi, formazione intesa come generatore di abilità (skilling) pensando alla strutturazione di nuove figure professionali, come strumento di riqualificazione e aggiornamento del personale attualmente impiegato (re-skilling), come sicuro ritorno di produttività quando somministrato a figure apicali per dare più competenza (up skilling).  Welfare aziendale non solo come recente strumento di defiscalizzazione o alternativa ai classici benefit ma, come cura del “benessere” dei propri collaboratori quale fattore determinante per un business sano e in crescita. Perché infondo scusate l’eccesso di concretezza finale, tanto dai, tanto ricevi! una regola banale di cui, però, troppo spesso ci siamo dimenticati.

IN QUESTO NUMERO

Storia di copertina: Pneumax

Focus on: The Gefran way

Speciale Barriere di sicurezza e catene portacavi

Dossier: Macchine Mutitasking