Macchine utensili, incremento ordini sul mercato interno

by Redazione 0

meccanicaNel primo trimestre del 2015, l’indice degli ordini di macchine utensili, elaborato dal Centro Studi & Cultura di Impresa di Ucimu – Sistemi per Produrre, ha registrato un incremento del 2,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Si allunga dunque a 6 trimestri consecutivi il trend positivo registrato dall’indice degli ordini di macchine utensili dei costruttori italiani che, come accaduto per tutto il 2014, anche in questo primo trimestre, registrano le performance migliori sul mercato interno.
L’indice degli ordini interni ha infatti segnato un nuovo incremento, pari al 15,4% rispetto al periodo gennaio-marzo 2014. L’indice degli ordini raccolti all’estero è risultato stazionario (–1%).
L’analisi dei dati, condotta attraverso il sistema della media mobile, che rileva l’andamento degli ultimi quattro trimestri, permettendo così di smorzare l’effetto di stagionalità determinato dalla differente raccolta di ordini nei diversi trimestri, registra oggi un valore pari a 119,3 (base 2010 = 100).
“Il 2015, si apre dunque sotto buoni auspici per i costruttori italiani”, ha affermato Luigi Galdabini, presidente Ucimu, “che pur mantenendo fede alla propria tradizionale predisposizione all’attività di export, hanno saputo sfruttare appieno la ripresa della domanda italiana di sistemi di produzione”.
Stati Uniti, Cina, Germania, Russia, Francia, Turchia, Polonia sono risultati i principali mercati di sbocco del made by Italians settoriale nel 2014 ma, finalmente, l’Italia è tornata a investire in macchine utensili aiutata, in questo, dalla legge sui beni strumentali detta “Nuova Sabatini”.
“I dati ufficiali presentati dal Ministero dello Sviluppo Economico”, ha rilevato Galdabini, “dimostrano che la Nuova Sabatini ha generato, nel periodo compreso tra marzo 2014 e marzo 2015, investimenti (non solo in macchine utensili) per 1,6 miliardi di euro. Considerato che il valore degli investimenti oggetto delle domande presentate è pari a 2,3 miliardi, è ragionevole ipotizzare che già nel breve periodo il dato tenderà a crescere anche in ragione della decisione, inserita nell’investment compact, che permette che il contributo statale in conto interessi sia riconosciuto anche utilizzando provvista autonoma su finanziamenti concessi dalle banche e dalle società di leasing, senza ricorrere ai fondi messi a disposizione dalla Cassa Depositi e Prestiti”.
“Altrettanto interessante”, ha aggiunto il presidente Ucimu, “è poi il provvedimento Bonus Macchinari che permette la deduzione dalle imposte degli investimenti in macchinari ad alta tecnologia. Affinché la misura sia realmente efficace, i costruttori italiani chiedono però che la deduzione del 15%, che viene applicata attualmente alla parte incrementale rispetto alla media degli investimenti svolti dall’azienda negli ultimi cinque anni, venga significativamente aumentata e applicata a tutti gli investimenti per i prossimi tre esercizi. Sempre relativamente a questa misura si chiede di  separare data di scadenza della raccolta ordini, ora prevista al 30 giugno, da quella di consegna della macchina, posticipandola al 31 dicembre 2015, in modo da facilitare i costruttori italiani, generalmente fornitori di “macchine su misura” che richiedono molti mesi di produzione, ad acquisire commesse per l’intera prima parte dell’anno”.
“Detto ciò”, ha concluso Galdabini, “occorre comunque ribadire la necessità di misure specifiche capaci di sostenere, in modo strutturato, il rilancio del mercato domestico e del manifatturiero italiano. Complementare alla Nuova Sabatini dovrebbe essere la liberalizzazione degli ammortamenti dei beni strumentali acquistati e la revisione dei coefficienti di calcolo degli stessi, fermi al 1988. A questo proposito potrebbe essere interessante considerare il provvedimento annunciato in Francia che prevede la possibilità di ammortizzare il 140% del valore dell’impianto o delle macchine acquistate nei dodici mesi successivi all’entrata in vigore del dispositivo di legge”.