M&A ottobre 2017

by redazione 0

EDITORIALE 


NON SENTIRSI MAI SOLI

di Paolo Beducci

Si respira una bella aria nel mondo della meccanica italiana. Basta dare uno sguardo attorno per rendersene conto. No, non ci riferiamo alle officine meccaniche, agli sguardi sereni di chi produce truciolo ogni giorno. Non le indicazioni sul tasso di utilizzo degli impianti o i racconti delle persone che incontriamo ogni giorno per lavoro. Che si tratti di utilizzatori o di costruttori di macchine utensili. E neppure dai dati ufficiali ai quali verremo inevitabilmente fra poco.

Lo spunto ce l’ha dato un imprenditore del settore, un utilizzatore di macchine utensili. Uno di quelli grandi, che hanno diversi stabilimenti in giro per l’italico stivale. “Guarda Paolo – mi dice mentre stiamo chiacchierando al di fuori della formalità dell’incontro e in un luogo che non è certo di lavoro – le cose non solo vanno bene per molti, ma c’è un ottimismo in giro tale che fatico a credere che questo sia lo stesso Paese di cinque anni fa. La crisi – prosegue – ha costretto molti a tornare coi piedi per terra e a riprendere in mano la propria realtà per quella che è davvero. Quelli
che sono stati capaci e fortunati ne sono venuti fuori e ne sono venuti fuori lavorando sodo. Molto sodo.
“Poi – prosegue – c’è stato il super ammortamento, l’iperammortamento e tutto ha iniziato a correre a ritmi che sognavamo da anni. Industry 4.0 è stata la miccia per fare esplodere ciò che già c’era sotto la cenere della tranquillità post traumatica. Tutti avevamo voglia di riscatto, di far vedere che non eravamo morti, di far capire che la nostra industria manifatturiera non è seconda a nessuno. Avevamo bisogno di non sentirci soli. Sai a volte anche quando si producono pezzi di ferro si ha bisogno di non essere visti come nemici, ma come persone che si sono date un’etica del proprio lavoro e cercano di non tradirla”.

Forse ha ragione il mio amico industriale: forse davvero bastava – dopo aver ripreso in mano la situazione – fare squadra e crederci grazie a strumenti che hanno messo in molti il desiderio di “gettare il cuore oltre l’ostacolo” di guardare avanti e di riprendersi ciò che pensavano meritassero di avere sui mercati di tutto il mondo. Perché alla fine se ci penso bene, è successo proprio questo: si è data all’impresa la possibilità di competere (almeno sugli investimenti) ad armi pari con i nostri competitori. E i risultati sono arrivati subito. Adesso la speranza e il desiderio è che
si possa perseguire sulla strada della riconquista della competitività dell’intero sistema paese. Non sarà un cammino facile e breve, ma è l’unica cosa che possiamo fare.