M&A giugno 2016
by 7 Giugno 2016 16:19 0
SOMMARIO
Il semaforo
Oggi, domani e anche dopo
Paolo Beducci
Caleidoscopio
Gli avvenimenti del mese
A cura della redazione
Panorama
Il Design, per innovare l’esperienza
Nicoletta Buora
Elettronica e pneumatica al servizio dell’automazione industriale
Sara Brunelli
Lamiera lascia Bologna facendo il pieno
Paolo Beducci
La robotica nell’Era Collaborativa
Nicoletta Buora
Schunk stringe la mano all’innovazione
Sara Brunelli
Storia di copertina
Tecnologia italiana per la plastica tedesca
Marco Torre
Dossier Costruzione Stampi
Ne vorremo sempre di più
Paolo Beducci
Hermle, stampa 3D ‘multi-metallo’ con la tecnologia MPA
Patrizia Ricci
Con i piedi sempre ‘in forma’
Claudio Tacchella
Trait d’union fra progetto e visione
Paolo Beducci
Espresso GF, il caffè si veste di tecnologia
Paolo Beducci
Reportage
Dalla metrologia alla manufacturing intelligence
Paolo Beducci
Intervista a Franco Megali
La rivoluzione intelligente
Marco Torre
Focus Centri di lavoro
Sempre più indispensabili
Loris Cantarelli
Speciale CNC
Il valore aggiunto dei CNC, elementi chiave della catena di processo
Patrizia Ricci
Le ultime novità sul mercato
a cura della redazione
Prisma
Notizie dalle aziende
A cura della redazione
EDITORIALE di Paolo Beducci
Oggi, domani e anche dopo
Uno dei termometri più efficienti per misurare lo stato di salute del mondo della meccanica è senza dubbio la partecipazione a fiere ed eventi. Nel solo mese di maggio ce ne sono state due, completamente differenti fra loro, ma entrambe accomunate da un fattore: il successo di pubblico.
Questo significa ulteriore ossigeno nel motore della meccanica italiana che, dobbiamo ammetterlo, sta girando proprio benino. Nonostante tutto, verrebbe da dire. Perché, lo sappiamo bene, i problemi del Paese che rischiano di compromettere il risultato finale sono ancora in buona parte sul tavolo. A partire da una carenza di produttività che negli ultimi anni ha visto crescere la distanza fra Italia e resto d’Europa.
Forse però è venuto il momento di sollevare il velo e guardare in faccia senza troppa dellicatezza la realtà delle cose.
Prendiamo dei dati ufficiali e analizziamoli insieme. Sono i dati citati dal neo presidente di Confindustria Vincenzo Boccia nel giorno del suo insediamento in Viale dell’Astronomia.
Iniziamo dalla produttività del sistema Italia e raffrontiamolo con Francia, Spagna, Germania. I nostri vicini di casa per intenderci.
Fatto 100 per tutti il punto di partenza dell’anno 2000 oggi siamo a questi dati: Italia 101, Francia, Germania e Spagna fra 116 e 117. Basta questo per spiegare tutto? Ma no ovviamente, se si parla di sistema paese. Per forza il nostro sistema mostra performance così scadenti: qui ci portiamo dietro un peso parassitario enorme, una spesa pubblica fuori controllo (per certi versi) che finisce per pesare, con il debito pubblico ovviamente, sulle capacità del Paese. In primo luogo in quelle legate agli investimenti. Meno investimenti uguale meno innovazione.
Per fortuna, ci viene da pensare, sicuramente le cose nel manifatturiero vanno meglio.
Invece non è proprio così. Come si dice in questi casi? Se Atene piange, Sparta non ride.
Ma qual è Atene e quale Sparta? Vediamo un po’ di dati: sempre dando all’anno 2000 il valore 100, oggi la produttività dell’industria manifatturiera italiana è a quota 117, quella tedesca e spagnola a 134, quella del regno Unito a 143 e quella francese si attesta a 150!
Pochi investimenti in innovazione? Sicuramente. Forse per questo sarebbe bene che operazioni tipo Sabatini o super ammortamento potessero avere continuità nel tempo. Non abbiamo necessità di gonfiare la pancia come è stato fatto ad esempio con la rottamazione delle auto: quella che nel breve ha fatto girare il motore al massimo, salvo poi spegnerlo d’improvviso dimezzando il mercato.
Abbiamo necessità di far tornare le imprese agli investimenti in modo serio e continuativo, facendo sì che l’innovazione in termini di produttività e di efficienza energetica e ambientale siano uno strumento di recupero della competitività nazionale. Oggi, domani, e anche dopodomani.