M&A febbraio 2018

by redazione 0

EDITORIALE – di Paolo Beducci

Se “zerovirgola” diventa un ricordo

Non abbiamo mai avuta la tentazione di spendere buone parole per questo o quel Governo, per questo o quel ministro. Quando abbiamo visto provvedimenti che ritenevamo utili alla causa dell’industria meccanica italiana abbiamo detto che ci piacevano, quando abbiamo ritenuto che si stesse andando in una direzione non conveniente per il settore, siamo stati altrettanto chiari. Non faremo eccezione neppure questa volta dicendo che siamo concordi con le parole che il ministro Calenda ha pronunciato poche settimane fa riguardo le vicende future dell’iperammortamento.

Non c’è dubbio che l’industria manifatturiera italiana abbia tratto grande beneficio dalla possibilità di innovare riducendo in modo determinante il peso dell’investimento grazie agli aiuti fiscali. I risultati parlano chiaro: il mercato interno del settore che ci interessa di più, quello delle macchine utensili ha fatto boom. E non pare essere proprio un fuoco di paglia.
Vedere le vendite crescere a ritmi di due cifre in un paese abituato a vivere di “zerovirgola” o di segni meno per ciò che riguarda gli investimenti in macchine utensili, ci allarga il cuore.

Perché conosciamo uno a uno gli imprenditori che stanno rischiando, a volte anche molto, pur di dare nuova linfa e nuova competitività alla propria azienda. Perché gli imprenditori meccanici italiani hanno bisogno di fiducia, di essere creduti. Hanno bisogno, anzi abbiamo bisogno di vedere un futuro possibile. Questo a chi è disposto a fare l’imprenditore è stato offerto. E la risposta è arrivata, senza farsi attendere. Anzi più forte e fragorosa che mai. Al punto che commentando i dati del settore macchine utensili (quindi del mondo della meccanica che è quello che compra le macchine utensili) il ministro Calenda ha detto una cosa tanto semplice e ovvia, quanto rivoluzionaria: “Incentivi all’investimento in innovazione dovrebbero in qualche modo diventare strutturali”.

Il motivo il ministro Calenda lo ha spiegato in parole semplici e chiare dicendo che solo così si può dare capacità di programmazione alle imprese per quanto concerne gli investimenti. Sembra tutto così semplice vero? Quasi banale nella sua logicità. Eppure dopo decenni di misure straordinarie e di tentativi più o meno logici di aiutare le imprese è stata proprio l’unione ideale di parole semplici ma importanti come “impegno” e “futuro” a dare i migliori risultati.