La tecnologia per salvare Pompei

by Redazione 0

Che l’arte e la cultura siano il vero petrolio italiano anche se non sempre valorizzato è ormai noto in tutto il mondo (tanto da far vincere l’Oscar a un film che chiama provocatoriamente La grande bellezza le rovine di un passato glorioso…), ma finalmente sembra che qualcosa si muova. Se la concentrazione di studi scientifici in alcuni poli universitari italiani supera perfino quella della Silicon Valley, allora la collaborazione con le aziende è una strada proficua per l’intero sistema Paese.
“Pompei: Give it a Future” è un progetto presentato a Roma dal ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini e da Alessandro Pansa (a.d. di Finmeccanica) per una rete di servizi altamente tecnologici nel sito archeologico di Pompei. L’impegno è quello di fornire gratuitamente servizi per 1,7 milioni di euro al monitoraggio della struttura architettonico-muraria di Pompei e per aiutare chi si occupa della ristrutturazione e recupero.
Una squadra multidisciplinare ha individuato tre priorità: i rischi da dissesto idrogeologico, la gestione operativa del complesso e la diagnosi delle strutture. Per affrontarle saranno utilizzati sensori radar del sistema satellitare Cosmo-SkyMed, gestito dall’Agenzia Spaziale Italiana, che riprendono immagini terrestri in ogni tempo e condizione, e sensori wireless installati dalla Selex ES, con un’architettura software di gestione realizzata ad hoc.
“Pompei non è che il primo passo”, ha dichiarato il ministro Franceschini. “Interventi di questo tipo possono e devono essere estesi al più presto anche ad altri siti. Invito tutte le imprese tecnologiche a farsi avanti: non ci sono più alibi per non farlo”.