Industria 4.0: la quarta rivoluzione industriale

by redazione 0

Tra innovazioni, cambiamenti e sfide, questo fenomeno segna il cambiamento e l’automazione dei processi industriali. L’Italia è pronta?

“Industria 4.0”, “Impresa 4.0”, “Quarta Rivoluzione Industriale”, “Smart Manufacturing”: sono i tanti modi di descrivere il fenomeno in atto: ma di cosa stiamo parlando? Sono la stessa cosa? Concettualmente sì perché fanno riferimento a una visione comune: quella per cui l’innovazione tecnologica e digitale applicata alle imprese industriali e manifatturiere sarà in grado di abilitare l’interconnessione e la cooperazione delle risorse (impianti, persone, informazioni), sia interne alla Fabbrica sia distribuite lungo la catena del valore al fine di aumentare competitività ed efficienza. Con Industria (o Impresa) 4.0 si intende dunque quell’insieme di innovazioni digitali che stanno trasformando il comparto manifatturiero. Questa ondata di innovazione digitale ha dato inizio ad una vera e propria rivoluzione (la Quarta) dopo la prima innescata dalla macchina a vapore (fine 1700), la seconda, innescata dal paradigma dell’elettricità e dalla produzione di massa (inizi del 1900) e la terza, innescata dall’avvento della prima informatizzazione (1960-1970). Dal settembre 2016, quando è stato presentato il Piano Nazionale Industria 4.0 promosso dall’allora Ministro dell’Innovazione Carlo Calenda, in Italia si è parlato moltissimo di questo tema. Ma si è anche fatto moltissimo. L’Osservatorio Industria 4.0 del Politecnico di Milano ha condotto una ricerca nel 2018 che ha coinvolto 236 imprese di varie dimensioni distribuite su undici settori chiave per l’industria italiana, per studiare qual è il grado di diffusione dell’Industria 4.0 in Italia. Un mercato quasi raddoppiato negli ultimi 3 anni. È questo il primo dato importante per entrare nel tema Industria 4.0: a crescere è il valore di soluzioni IT, componenti tecnologiche abilitanti su asset produttivi tradizionali e servizi collegati. L’84% del valore viene realizzato verso imprese italiane e il resto come export, mostrando una crescita del 30% rispetto allo scorso anno. Ai progetti 4.0 si deve comunque aggiungere un indotto di circa 400 milioni di euro in progetti meno spinti di innovazione digitale.

Tecnologia 4.0: le “Smart Technologies”

Uno dei pilastri dell’Industria 4.0 sono le tecnologie digitali e l’impatto della loro implementazione nei processi operativi delle aziende industriali. Le tecnologie spaziano dall‘Internet of Things, Big Data e Cloud Computing vicine al mondo dell’Information Technology, a quelle più vicine al mondo Operations come la robotica collaborativa, realtà aumentata e virtuale, stampa 3d. Sono sei le grandi famiglie di tecnologie digitali innovative, le cosiddette “Smart Technologies”, che è necessario padroneggiare per affrontare la rivoluzione in atto e che definiscono Industria 4.0 secondo l’Osservatorio. A loro volta, si suddividono in due insiemi, uno vicino all’Information Technology (IT), che include:

  • Industrial Internet (of Things)
  • Industrial Analytics
  • Cloud Manufacturing

L’altro, vicino allo strato delle Operational Technologies (OT), è rappresentato da:

  • Advanced Automation
  • Advanced Human Machine Interface
  • Additive Manufacturing.  

La parola chiave comune è interconnessione. In futuro impianti, i lavoratori, i materiali in input e i prodotti finiti saranno dotati di sensori che consentiranno la raccolta di dati che, una volta analizzati, potranno migliorare la capacità produttiva, l’efficienza, la sicurezza e la continuità operativa. Le tecnologie che abilitano Industria 4.0 sono numerose ed eterogenee, ma impattano praticamente su tutti i processi dell’industria manifatturiera. L’Osservatorio le ha raggruppate in:

  • Smart Lifecycle: processo di sviluppo di un nuovo prodotto, la gestione del suo ciclo di vita e la gestione dei fornitori coinvolti in queste fasi;
  • Smart Supply Chain: pianificazione dei flussi fisici e finanziari nel sistema logistico-produttivo allargato;
  • Smart Factory: processi che rappresentano il cuore della manifattura, dunque produzione, logistica interna ed esterna, manutenzione, qualità, sicurezza e rispetto delle norme.

La diffusione dell’Industria 4.0 in Italia

Dallo studio condotto è emerso che è aumentata la conoscenza di Industria 4.0: solo il 2,5% delle imprese non sa cosa sia, il 55% ha già realizzato soluzioni 4.0. Cresce il mercato di Industria 4.0 in Italia e nel 2017 si attesta su un valore compreso fra 2,3 e 2,4 miliardi di euro, con una crescita del 30% rispetto all’anno precedente. Il 92% delle imprese conosce le misure del Piano Nazionale Impresa 4.0 (già Industria 4.0), metà ha usufruito di iper e super ammortamento per il rinnovo dei propri asset e una su quattro ha intenzione di farlo a breve, una su quattro ha investito più di 3 milioni di euro e il 20% ha destinato meno di 200mila euro. Circa il 30% delle aziende si sente pronto per affrontare l’Industria 4.0, il 24% intende colmare il divario attraverso la formazione del personale. Dai dati dell’Osservatorio è evidente il decisivo ruolo del Piano Nazionale per promuovere questa conoscenza. Ma quali sono le tecnologie più diffuse all’interno delle aziende alle prese con questa trasformazione? L’Industrial IoT (riferito alla sola componentistica per connettere i macchinari alla rete) si conferma la tecnologia 4.0 più diffusa, con un valore di circa 1,4 miliardi di euro (60% del mercato, +30% sull’anno precedente). A seguire Industrial Analytics con 410 milioni di euro (20% del mercato, +25%) e il Cloud Manufacturing con 200 milioni di euro (10% del mercato, +35%), ma fra le prime per crescita. L’8% del mercato è rappresentato da soluzioni di Advanced Automation (145 milioni di euro, +20%), mentre l’Advanced Human Machine Interface, pur con un valore complessivo contenuto (circa 30 milioni di euro), è la prima per crescita rispetto allo scorso anno (+50%). Le applicazioni Industria 4.0 implementate dalle 236 imprese analizzate sono quasi 900, per una media di 3,7 per ciascuna (l’anno scorso erano 3,4), distribuite nelle tre aree dei processi aziendali: Smart Lifecycle (sviluppo prodotto, gestione del ciclo di vita, gestione dei fornitori), Smart Supply Chain (pianificazione dei flussi fisici e finanziari) e Smart Factory (produzione, logistica, manutenzione, qualità, sicurezza e compliance). Le tecnologie abilitanti che stanno guidando i progetti Industria 4.0 delle imprese italiane, diffuse in tutte le tre aree di processo, sono Industrial IoT e Industrial Analytics, che insieme rappresentano circa il 40% delle applicazioni dichiarate. Il lavoro dell’Osservatorio ha evidenziato che, per Industria 4.0, si è passati da un entusiasmo iniziale in una trasformazione in fenomeno di lungo termine. Per il 2019 è atteso un ulteriore incremento del 25-30% del mercato che dipenderà dalla persistenza temporale degli incentivi, dalla spinta innovativa delle tecnologie e dalla capacità di estensione della spinta innovativa anche alle piccole e medie imprese.

Le novità della legge di Bilancio 2019

Nel testo della nuova legge di Bilancio 2019, entrata in vigore il 1 gennaio, per le imprese ci sono tante novità fiscali, non tutte positive. Il testo della legge infatti decreta la fine del super ammortamento, la deduzione extracontabile del 40% per gli investimenti in beni strumentali nuovi, impianti e macchinari effettuati da tutti i titolari di reddito d’impresa (lavoratori autonomi compresi).

Iper ammortamento

È prevista invece la proroga e rimodulazione dell’iper ammortamento. Si allungano quindi i tempi: gli investimenti agevolabili devono essere effettuati entro il 31 dicembre 2019, ovvero entro il 31 dicembre 2020 a condizione che entro la data del 31 dicembre 2019 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione. Salta, però, la maggiorazione del costo unica (era del 150%). Con la Legge di Bilancio 2019 tale maggiorazione avrà un’intensità variabile, nella misura del:

  • 170% per gli investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
  • 100% per gli investimenti oltre 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro;
  • 50% per gli investimenti oltre 10 milioni di euro e fino a 20 milioni di euro.

La maggiorazione non si applica invece sulla parte di investimenti complessivi eccedente il limite di 20 milioni di euro. Confermata anche la maggiorazione del 40% per gli investimenti in beni immateriali (software, sistemi e system integration, piattaforme e applicazioni) connessi a investimenti in beni materiali Industria 4.0 (di cui all’allegato B della legge 232/2016) per i soggetti che fruiscono dell’iper ammortamento.

Mini Ires

A compensazione dell’annullamento del super ammortamento viene introdotta la mini Ires per le imprese che investono gli utili in ricerca e sviluppo, macchinari e per garantire assunzioni stabili, incentivando gli investimenti e l’occupazione stabile. L’aliquota scenderà infatti dal 24 al 15%. L’applicazione della mini-IRES sarà tuttavia condizionata all’investimento degli utili. L’obiettivo è duplice: da un lato si punta ad agevolare l’ammodernamento strutturale delle imprese e, parallelamente, all’incremento dell’occupazione con la spinta degli incentivi fiscali.

IRI e ACE

Eliminate anche altre due agevolazioni, l’Imposta sul reddito imprenditoriale (Iri) al 24% che avrebbe dovuto entrare in vigore il prossimo anno e l’Aiuto alla crescita economica, che consentiva di dedurre dal reddito d’impresa una quota del nuovo capitale investito in azienda.

Credito di imposta per Ricerca&Sviluppo

Risultano ridotte anche le agevolazioni per Ricerca&Sviluppo. Sono state infatti applicate alcune modifiche alla legge numero 9/2014 che prevedeva credito di imposta per le imprese relativamente all’ambito R&S. Il credito è riconosciuto nella misura del 25% (invece che del 50%), fino a un importo massimo annuale di 2.500.000 euro per ciascuna impresa, a condizione che siano sostenute spese per attività di R&S pari almeno a 50.000 euro. Tuttavia, l’aliquota rimane al 50% per i costi relativi al personale dipendente impegnato nelle attività di R&S o per «contratti stipulati con università, enti di ricerca e organismi equiparati per il diretto svolgimento delle attività di R&S» o altre imprese, si legge nel testo del Maxiemendamento. Il tetto passa da 20.000.000 a 10.000.000 di euro.

Nuova Sabatini

Rifinanziata invece la Nuova Sabatini, il regime di aiuto per agevolare l’accesso al credito delle PMI per l’acquisto di nuovi macchinari, impianti e attrezzature. La Manovra prevede un rifinanziamento di 480 milioni di euro per la misura, e nello specifico: 48 milioni per il 2019, 96 milioni per ciascun anno dal 2020 al 2023 e altri 48 milioni di euro per il 2024.

Credito d’imposta per Formazione

La manovra economica contempla tre scaglioni di percentuali per il credito d’imposta e due tetti massimi a seconda della grandezza delle imprese.

  • Il tetto massimo annuale è fissato a 300.000 euro per le PMI e a 200.000 euro per le grandi imprese.
  • Credito attribuito al 50% per le piccole imprese.
  • Credito attribuito al 40% per le medie imprese.
  • Credito attribuito al 30% per le grandi imprese.

Per l’attuazione di questi provvedimenti, è stata autorizzata la spesa di 250.000.000 di euro per il 2020, il Mef monitorerà l’applicazione del credito d’imposta.

Fondi per AI, IoT e Blockchain

È prevista l’istituzione di un fondo per interventi volti a favorire lo sviluppo di tecnologie di intelligenza artificiale, blockchain e IoT – Internet of things. La dotazione prevista è di 15 milioni di euro per ogni anno dal 2019 al 2021.

Innovation Manager

Il voucher per l’Innovation Manager è introdotto per  “sostenere i processi di trasformazione tecnologica e digitale attraverso le tecnologie abilitanti previste dal Piano Nazionale Impresa 4.0 e di ammodernamento degli assetti gestionali e organizzativi dell’impresa, compreso l’accesso ai mercati finanziari e dei capitali”. Per micro e piccole imprese, il provvedimento prevede un tetto di 40.000 euro e contributi pari al 50% dei costi sostenuti; 25.000 euro per le medie imprese nel limite del 30% della spesa; 80.000 euro per le reti d’impresa nel limite del 50% delle spese sostenute. Previsti 25 milioni di euro all’anno. I manager qualificati sono iscritti in un elenco istituito con apposito decreto del Mise, che sarà adottato entro novanta giorni dall’entrata in vigore della legge. Il loro compito sarà quello di aiutare le PMI ad affrontare la trasformazione digitale e diventare aziende 4.0.

Cyber security

Arrivano stanziamenti anche per la cyber security. Per potenziare gli interventi e gli strumenti per la difesa cyber, oltre che per «rafforzare la capacità di resilienza energetica nazionale», si legge nel testo del Maxiemendamento, viene prevista una dotazione di un milione di euro per ogni anno dal 2019 al 2021 per il Ministero della difesa.

Startup

Per le startup “è stato introdotto un insieme di misure volte a incentivare la destinazione di risorse finanziarie ai Fondi di Venture Capital, piccole e medie imprese e startup innovative”. Sono aumentate le agevolazioni fiscali previste per persone fisiche e giuridiche che investono in startup innovative: dal 30% si passa al 40%, offrendo così una maggior leva fiscale e stimolando la propensione al rischio ed all’investimento.

di Patrizia Ricci

Fonte: www.osservatori.net