Confindustria Lombardia: la manifattura continua a crescere ma con moderazione

by redazione 0

Dall’analisi congiunturale del III trimestre realizzata da Confindustria Lombardia sulla manifattura emerge che, dopo numerosi trimestri a crescita sostenuta, il periodo è più moderato 0,3%.

Rispetto allo stesso periodo del 2017 la crescita invece è netta + 3,9%. A livello europeo la Lombardia conferma di essere tra i protagonisti del settore: si riduce infatti la differenza con l’indice di produzione manifatturiero dell’Eurozona e aumenta la distanza con la media italiana . Questa rincorsa è sostenuta da tutti i settori produttivi, con il traino di meccanica, minerali non metalliferi e gli strumenti biomedicali, e in maniera omogenea da tutti i territori con la sola eccezione di Pavia.

Export. Il -0,1% degli ordini esteri e la riduzione della quota estera sul fatturato totale delle imprese è un primo campanello d’allarme a seguito della minaccia di guerre tariffarie, del cambiamento di paradigma nella politica fiscale americana e dello stallo nelle decisioni nell’Eurozona. Confindustria Lombardia è convinta che l’escalation dei dazi sia un pericolo per l’Italia e che in caso di crollo del commercio internazionale la Lombardia (che nel 2017 ha esportato per un valore di 120 miliardi di euro) rischia di subire un pesante shock: uno scenario da evitare con tutte le nostre forze, in questa fase di lieve ripresa. Per questo motivo bisogna rafforzare il mercato interno che, come vediamo dai dati anche del secondo trimestre, continua a essere debole. In questo contesto di incertezza anche le aspettative degli imprenditori si sono adeguate al ribasso, contribuendo a proiettare questa tendenza nel prossimo futuro.

Occupazione. Sale il livello occupazionale in questa regione + 0,6. Questo grazie a politiche attive d’avanguardia ma soprattutto grazie alla disponibilità di quegli imprenditori che, hanno tutto l’interesse ad assumere personale, formarlo, creare un percorso di crescita nell’interesse sia dell’impresa che del lavoratore e quindi del benessere dell’intera società.

Confindustria chiede: che i contratti a tempo indeterminato vengano incentivati con sgravi fiscali e che venga ridotto drasticamente il cuneo fiscale. Quest’ultima misura, oltretutto, avrebbe il doppio effetto di abbassare il costo del lavoro e far ripartire la domanda interna.